Arte insulare

Voci principali: Arte celtica, Arte altomedievale.
Pagina con decorazione miniata dell'evangeliario di Kells (f. 292r) che riporta l'inizio del Vangelo secondo Giovanni.

La denominazione di arte insulare, o arte iberno-sassone, indica l'arte altomedievale delle isole britanniche nel periodo tra il 600 e il 900 circa, nel quale le isole di Gran Bretagna e Irlanda mostrarono caratteristiche differenti dal resto dell'Europa nell'ambito dell'arte barbarica.

In Gran Bretagna quest'arte si evolse nello stile della successiva arte mentre in Irlanda perdurò fino circa al 1200 quando vi si diffuse l'arte romanica, introdotta nell'isola maggiore con la conquista normanna del 1066. I maggiori centri artistici furono l'Irlanda, la Scozia e il regno di Northumbria nell'Inghilterra settentrionale, ma la sua diffusione raggiunse l'Inghilterra meridionale, il Galles e nell'Europa continentale, principalmente ad opera delle missioni dei monaci irlandesi, soprattutto la Gallia.

In Irlanda e in Scozia il territorio era suddiviso in molti piccoli regni, mentre in Inghilterra questi avevano dimensioni appena maggiori. La società che espresse l'arte insulare non aveva parallelamente sviluppato un'architettura monumentale e gli oggetti artistici spiccavano in questo contesto sia per la preziosità del materiale, sia per le loro qualità decorative ed erano richiesti dalle élite locali per sottolineare il proprio prestigio e per generare un'impressione di meraviglia. Nonostante non siano sopravvissuti gli oggetti probabilmente realizzati in materiali deperibili, non si trattò dunque di comuni caratteristiche stilistiche diffuse su diverse tipologie di oggetti, come nel caso, ad esempio, della contemporanea arte bizantina.


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